La confessione spontanea può essere contenuta in qualsiasi atto processuale firmato dalla parte personalmente, salvo il caso dell'articolo 117.
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Giurisprudenza sull'art. 229 c.p.c.
Cass., massima sentenza n. 13555 del 04.12.1999
La domanda di un condomino volta ad accertare la proprietà condominiale di un locale, trasformato da altro condomino e da quest'ultimo annesso al proprio appartamento, contenente la richiesta di demolizione delle opere su di esso eseguite, determina un litisconsorzio necessario tra tutti i condomini del predetto locale, essendo unico e inscindibile il rapporto dedotto in giudizio. Ciò comporta tra l'altro che le dichiarazioni rese da uno di essi in sede di interrogatorio formale sono liberamente apprezzabili dal giudice del merito, ai sensi dell'art. 116 c.p.c., non potendo esse assumere il valore di prova legale a sfavore degli altri per l'impossibilità di estendere alla parte non confidente la forza vincolante della confessione, mentre d'altro canto è inconcepibile che uno stesso fatto possa esser accertato positivamente per una delle parti e negativamente per un'altra.
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